SUL DORSO DEL MOSTRO

(per vedere meglio)

COSCIENZA

Iago

1/28/20244 min read

Un tale perde la vita sulla pista di atletica. Colto da infarto al secondo tentativo. Pesava 180 kg intenzionato a battere il record dei 100 metri piani, i familiari fanno causa al suo cuore.

Una donna con la Rmoscia, la Zmoscia, la Pmoscia e la Lmoscia, voleva fare la doppiatrice; al colloquio spara a tre persone dopo essere stata rifiutata.

Uno stonato come una campana, non passa le selezioni di canto e s’impicca al batacchio della stessa.

Un cieco dopo aver capito che nessuno lo avrebbe preso come infilatore di aghi si getta dal decimo piano… A ben vedere ha fatto bene.

Questi fatti di cronaca che mi spingono a non agire e allora penso alla nostra necessità psicologica di essere ad ogni costo qualcosa, pur non avendone le attitudini.

Oggi chiunque può apparire in un modo, basta una foto con un libro in mano per essere scrittori. È sufficiente farsi riprendere con i pennelli in mano di fronte alla tela per sventolare al mondo lo status di pittori. Ci sono più poeti che formiche, ecco perché nel loro piccolo si incazzano.

Voi direte: ma no, poi il valore vero emergerà!

Risposta Sbagliata Risposta Sbagliata Risposta Sbagliata.

L’intero sistema artistico italiano è morto, trapassato, è out, defunto, marcisce… ne conto i vermi. Non mancano le menti brillanti, le capacità italiche sono note fin dai tempi andati, ma è ormai evidente che gli spazi e le opportunità per i migliori non esistono. I rapporti di piramidale clientela, le innumerevoli catene di Sant’Andrea in cui gli interessi di parte sono ramificati in ogni strato sociale, hanno poco a che fare con l’arte ma la tengono al guinzaglio, la soffocano, la mortificano.

Ci vorrebbe una sana operazione di pulizia e di onestà personale che agisca su più direzioni e mi spiego, come disse il paracadute.

Chi vi scrive ha rifiutato di intraprendere la carriera di attore (l’offerta veniva da un nostro grande artista) semplicemente perché non è nelle mie corde, so di non poterlo fare, non sono strutturato per farlo. Ma è così dannatamente difficile capirsi, accettare di non saper fare una cosa, rientra nei canoni dell’amor proprio? La colpa, a mio insindacabile parere, è di noi tutti. Se incontrate una poesia diuretica (come il 99% di quelle che leggo) abbiate il coraggio di dirlo, non temete di offendere qualcuno.

Cari miei non siamo in una ONLUS, la beneficenza si fa in silenzio e in altri modi.

Trovo utile l’accesso alle arti, è una democratizzazione molto positiva. Altro è ingolfare un sistema, altro è non farsi da parte quando si incontra una persona più brava che andrebbe, quella sì, aiutata a vivere con quel che crea… e non sto parlando di me.

L’altra direzione potrebbero indicarla i grandi nomi, gli artisti noti, gli intellettuali; ma non rientra nel loro interesse creare indipendenza, aiutare noi insignificanti contenitori di emozioni a non implodere, per non essere più pecore dal mi piace frettoloso, visto che oggi il valore è proporzionale alle visualizzazioni e la fila al mercato virtuale è infinita. Gli “affermati” (forse meglio dire affamati), quelli che hanno un seguito, decidono se una persona può o non può, come gli imperatori alzano o abbassano il pollice, spostando masse, sponsorizzando i loro araldi cloni e pappagalli dalle piume colorate, manieristi imboccati da altri manieristi così da ottenere prodotti precotti per ogni stagione.

Esiste una terza via quella di dire le cose come stanno, mostrare per informare quando Francesco De Luca, ideatore del progetto Chimera, mi ha proposto di saltare sul dorso del mostro, ho accettato con entusiasmo, perché non mi ha posto limiti di sorta di nessun tipo e natura. Solo così si può abolire ogni forma di compromesso tra percorso e meta, individuando una fase dialettica disinquinata. L’indipendenza, quando è autentica, ha sempre un prezzo alto, ma almeno qui si respira aria pulita.

Sui social si vendono corsi di scrittura che promettono di farci diventare Victor Hugo e dubbie etichette discografiche cercano l’ennesimo pollo da spennare: ok fottiamocene.

La maggior parte delle case editrici sono stamperie che chiedono un rene, ok fottiamocene. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, ok fottiamocene. Ma allora non conviene fottere per davvero? Un’universale ondata d’orgasmo, travolgente, tribale, unica.

Ogni riferimento a fatti e persone è puramente neurale.

ANNUNCIAZIONE

Che strano ho l’utero.

L’arcidiavolo mi ha spiegato

che darò alla luce una figlia.

Ha aperto una finestra

(d’improvviso)

crepando la parete di casa,

violando la mia intimità.

Vedo una scritta

provenire da un futuro piacevole.

Nitida, sospesa in un gel di fede:

“beato vergine Marìo

padre della puttana

che ha salvato l’umanità”

ANTIQUARIATO

L’errore si commette distinguendo e separando

il corpo non è il letto dell’anima

metti la lacrima dentro al sorriso

mordi con gusto la lingua che sparla

gli istanti dimenticati cercano un alibi

che la castrazione fornisce diventando illusione.

Arrivano le appartenenze

a stabilire chi entra e chi esce

chi gode e chi muore,

il sospetto evapora su bolle di suicidio

per tranquillizzare i sepolcri da ristrutturare.

Presto pioveranno miracoli di plastica

sull’ombrello delle stagioni e nuove preghiere

verseranno credenze nel calice di vino.

La governante educa la nuova progenie

scritta e musicata da avvoltoi con il parrucchino

studiata da scienziati scientemente idioti.

La larva senza occhi ha fatto la mosca cieca

è inutile dire che c’è diventata.

Iago (1968), nome d’acqua Roberto Sannino. Poeta, performer e autore di testi di canzoni. Ha pubblicato numerose opere, tra le più rappresentative ricordiamo Delirium Tremens (2010),L’alibi perfetto (2011),Concerto per carta e inchiostro (2012),La famiglia dello scalzo (2014),Anche le scimmie odiano tarzan (2016) eMultiverso (2018). Ospitato in fiere e festival letterari e in rassegne culturali dove ha messo in atto prestazioni di scrittura poetica dal vivo. Ha tenuto incontri con scuole medie e superiori, volti a educare gli alunni alla stimolazione sensoriale nel processo della scrittura. L’ultimo lavoro in versi Dalla pietra allo specchio (2020) ha ottenuto il premio speciale della critica al GIOVANE HOLDEN di Torino.