FOGLI AL VENTO - letture di poesia ad alta voce nel parco (Villa Paganini)
Francesco De Luca, Claudio Damiani e Cinzia Marulli leggono Antologia di poesia cinese contemporanea
26 settembre ore 18.30 - Libreria SHELL

Wojaczek a Roma: cinema e poesia

Proiezione di "Wojaczek" (Lech Majewski) e letture wojaczkiane all'Auditorium

POESIA INTERNAZIONALEEVENTI

Francesco De Luca

9/22/20253 min leggere

Una scena del film "Wojaczek" (1999) di Lech Majewski
Una scena del film "Wojaczek" (1999) di Lech Majewski

In una giornata caldissima di fine estate, Roma ha ospitato un evento speciale: la proiezione del film Wojaczek di Lech Majewski, alla presenza dello sceneggiatore Maciej Melecki (poeta e direttore dell’Istituto Wojaczek di Mikołów), di Krzysztof Siwczyk (poeta e attore protagonista) e di Bożena Topolska (co-traduttrice del libro).

L’Auditorium del Palazzo delle Esposizioni era gremito e avvolto dal calore. L’incontro è stato organizzato da Delufa Press, Hollywood – Tutto sul cinema e Radio Rock, con il patrocinio dell’Istituto Polacco di Roma, dell’Istituto Adam Mickiewicz, dell’Accademia Polacca delle Scienze e del Ministero della Cultura polacco.

È intervenuto anche Lorenzo Costantino, responsabile cinema dell’Istituto Polacco di Roma, che ha portato il suo saluto istituzionale e ha sottolineato il valore culturale della poesia di Wojaczek, poeta maledetto e icona della letteratura polacca del secondo Novecento.

Melecki, Siwczyk, Topolska e De Luca
Melecki, Siwczyk, Topolska e De Luca

Dopo la proiezione, che ha profondamente colpito il pubblico, si è aperto un intenso momento di discussione, seguito da letture tratte dal volume Il poeta andava fucilato (Delufa Press, 2024). I presenti hanno accolto con calore il poeta romano Claudio Marrucci, che ha affiancato gli ospiti nella lettura bilingue delle poesie.

Sono stati letti i testi: Ranny wiersz (Poesia ferita), Martwy sezon (Morta stagione), Wiesz, jest mała radość (Sai, c’è una piccola gioia), Prośba (Richiesta), Zapis z podziemia (Memoria del sottosuolo), Ojczyzna (Patria), Kolęda (Canto di Natale), Sezon (Stagione), Koniec poezji (La fine della poesia) e Sól w nasze rany (Sale sulle nostre ferite).

L’evento ha segnato solo l’inizio del lungo viaggio delle poesie di Rafał Wojaczek nel mondo.

Maciej Melecki, direttore dell'Istituto Wojaczek di Mikołów e sceneggiatore del film "Wojaczek"
Maciej Melecki, direttore dell'Istituto Wojaczek di Mikołów e sceneggiatore del film "Wojaczek"

Poesia ferita

Avendo rapporti sessuali abbastanza regolari
Direi anche più spesso rispetto a qualche
Che ne so, del resto stabilita regola
Inoltre, in quanti modi lo faccio!
E quando non lo faccio, ne ho il ricordo e al contempo
Sento nelle orecchie la continua voce di questo avviso
“Vedrai, che scherzo ti farò!”

Bevendo vodka oltre ogni misura
Essendo, si può dire, un benemerito
Veterano dei sentieri dell’ubriachezza
Conoscendo bevande alcoliche di ogni tipo
Apprezzando persino l’acqua del barbiere
Di betulla di lappa, e di spirito salicilico
Che, dicendolo sottovoce, mi fa bene allo stomaco

Facendo mia l’affermazione del Sig. Przyboś
Che l’arte del verso è la leva della poesia
Quindi, lavorando intensamente sul perfezionamento di quest’arte
Scrivendo poesie probabilmente più spesso buone che cattive
Costruite bene ed espressive
Potendo scommettere che alcune di esse, forse cinque
Possano competere con i migliori del mio tempo

Sono purtuttavia così smisuratamente triste
Che come ha detto Norwid persino Dio è triste
E chi sono io per mantenere questo silenzio da re
Che ecco di fronte ai cieli attraverso i vetri albeggia
Ululo, ululo davvero come un cane preso a calci

Non avendo nulla neanche quella vaga
Certezza, giacché ululo, sono vivo?

1970

Melecki, Siwczyk, Topolska, De Luca e Marrucci
Melecki, Siwczyk, Topolska, De Luca e Marrucci

La fine della poesia

La fine della poesia dovrebbe essere in un corridoio buio
di una casa popolare che sa di cavolo come una latrina
Dovrebbe essere la benedizione inaspettata di un coltello
Sotto una vanga o un piede di porco alla tempia conciso come un amen

Dovrebbe essere un carrarmato di un cielo scatenato
La fine della poesia dovrebbe essere più veloce anche del pensiero
Per gridare ciò che potrebbe significare ribellione o rimpianto
La fine della poesia dovrebbe essere sgrammaticata

Sai c’è una piccola gioia

Ad Hanka

sai c’è una piccola gioia
io questa gioia
io vorrei che crescesse

e sai questa gioia
lei è grande
i miei fratelli crudeli sono morti
ma forse sono vivi e non mi ricordo

quindi quando vado per strada
svicolo
e colgo un fiorellino distratto
una pratolina

una pratolina che avvicino al tuo viso
e sorrido ad alta voce
quando riscontro la somiglianza

e rido ancora di più
quando constato la differenza

sai
ciò che ti fa litigare col fiore
è il nostro reciproco amore

30 maggio 1965

Tutti i testi sono estrapolati da "Il poeta andava fucilato. Poesie scelte di Rafał Wojaczek" (Delufa Press, trad. di Francesco De Luca e Bożena Topolska, 2024)

Foto:  Edmund Kurenia Photography